Whatsapp in arrivo i banner pubblicitari


WhatsApp

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Chi di noi non usa Whatsapp?
L’applicazione è oramai diventata lo strumento di comunicazione standard le persone, si a livello ludico che professionale.
Prima di riflettere sul futuro della stessa, vediamo di ripercorre il percorso di pochi Megabyte oramai entrati a piè pari nella storia.

L’applicazione fu creata nel 2009 da Jan Koum di Kiev e da Brian Acton, due ex impiegati della società informatica Yahoo!. Il nome deriva dall’unione dell’espressione inglese What’s up, che significa Come va?, e App, ovvero applicazione.
Inizialmente l’applicazione fu sviluppata per iOS, per poi essere diffusa su tutti i principali sistemi operativi per smartphone.
In prima battuta l’approccio dei consumatori fu molto cauto, in quanto la connessione dati comportava ancora costi quasi proibitivi.
Con l’abbattimento dei prezzi tariffari, negli anni a seguire, gli SMS, la messaggistica istantanea tradizionale, sono stati praticamente abbandonati a favore delle nuove funzionalità interattive quali, invio di testi, emoticon, file audio e video.
Durante la procedura di installazione, il programma indica a chiare lettere una dicitura ben precisa: “Whatsapp è gratuito lo sarà per sempre“.
Una sorta di giuramento digitale, estremamente rassicurante per tutti quei consumatori preoccupati per il loro portafoglio.

Il 19 febbraio 2014, Mark Zuckerberg, CEO (Chief Executive Officer) di Facebook, annuncia l’acquisizione di WhatsApp per 19 miliardi di dollari, assicurando però l’assenza di pubblicità nel software.
L’operazione risulta ad oggi la più costosa dell’era digitale.
Dal 21 gennaio 2015 è presente WhatsApp Web, che permette l’utilizzo dell’applicazione anche su desktop attraverso l’utilizzo di browser quali Chrome, Firefox, Opera e Safari. È possibile collegarsi al proprio profilo utente inquadrando un QR Code, potendo così utilizzare le normali funzionalità di messaggistica.
In questi giorni però girano in rete numerose notizie che anticipano le sorti dell’App verde più amata dai possessori di smartphone: dal 2019, tra una chat e l’altra, appariranno banner di aziende finalizzati all’interazione con le stesse per servizio clienti, domande a risposta immediata e quant’altro.
Nessun costo aggiuntivo quindi per 1,5 miliardi di utenti attivi al mese, che si scambiano circa 60 miliardi di messaggi al giorno, ma solo qualche link in più, in mezzo ai tanti ai quali oramai tutti ci siamo a bituati.